Art Park La Court, vent’anni di arte tra i vigneti

Il 2023 segna i vent’anni dell’Art Park La Court, il più suggestivo – e forse coraggioso – dei progetti di Michele Chiarlo: il parco artistico sulle colline di Castelnuovo Calcea che è diventato il simbolo del dialogo tra arte e vigneto.
Quando l’Art Park La Court venne inaugurato nell’estate del 2003, fu subito chiaro che fosse più di una mostra tra le vigne. Più di un museo a cielo aperto. E più di un’opera di land art in un contesto suggestivo. L’Art Park era nato per trasformare il paesaggio, per riconvertire il contesto agricolo in una favola a occhi aperti, un luogo dove lavoro e creatività avrebbero trovato il giusto equilibrio. Come nella vigna descritta da Cesare Pavese, l’Art Park si prefiggeva di spalancare le «quinte di una scena favolosa, di un evento che né il ricordo né la fantasia conoscono». D’altra parte, chi aveva mai visto tanti artisti lavorare su e giù per le capezzagne? Chi aveva il ricordo di una “Comune” fra i vigneti: decine e decine di persone che andavano e venivano, portavano schemi, disegni, progetti? E, soprattutto, vivevano insieme, nella stessa cascina, condividendo la quotidianità e contaminando la propria arte con quella degli altri?
Michele Chiarlo ebbe la “visione” dell’Art Park nei primi anni 2000: sarebbe stato il primo vigneto trasformarsi in un cantiere artistico in continuo mutamento. Scelse un luogo d’elezione per il progetto, Tenuta La Court: venti ettari, tre cascinali e due colline nel comune di Castelnuovo Calcea, là dove coltivava le migliori uve per il Nizza e il per il Barbera d’Asti. A guidare la “trasformazione” chiamò Giancarlo Ferraris, pittore di Nizza Monferrato, con cui aveva un lungo sodalizio creativo, essendo Ferraris l’artista di tutte le sue etichette. «Fu un’impresa titanica, forse la più divertente della mia vita», racconta Ferraris. «Chiamai a raccolta una decina di artisti, amici e artigiani di altissimo livello a lavorare insieme. C’erano ceramisti, fabbri, scultori, pittori, mosaicisti. Le competenze di ciascuno completavano quelle degli altri e i progetti diventavano più interessanti perché condivisi: era una sorta di factory warholiana a Castelnuovo Calcea», continua.
«L’idea era quella di creare un percorso interattivo attraverso i vigneti» ricorda il direttore artistico. «Non volevamo installazioni, ma un luogo di meditazione attiva, dove le opere d’arte creassero un movimento di partecipazione dello spettatore, già immerso in un paesaggio spettacolare. Avevamo visitato parecchi parchi artistici, ma volevamo qualcosa di rivoluzionario: la meccanica dell’arte avrebbe dovuto compenetrare quella della natura». Venne così progettato un cammino tra diversi luoghi, dove il visitatore avrebbe trovato alcune opere iconiche, legate agli elementi naturali: il Sito dell’Acqua, il Sito del Fuoco, il Sito dell’Aria.
«Volevamo che l’Art Park fuggisse la standardizzazione museale», continua Ferraris. «Doveva essere un luogo dinamico, in continua trasformazione: come la natura. Capimmo che, nel corso degli anni, altre opere si sarebbero aggiunte, e che avremmo dovuto ospitare eventi, manifestazioni, mostre temporanee». Insieme al Parco nacque l’Associazione Orme su La Court, che si occupò dell’animazione culturale. Ogni estate, dal 2003 al 2010, serate a tema invitavano le persone a entrare nel parco e a condividere le loro esperienze: talk, laboratori, musica, esposizioni: «Staccavamo oltre 800 biglietti: le persone mangiavano fra i vigneti, passeggiavano tra le opere, cantavano e degustavano il vino. C’era anche un’area per la meditazione con la natura in cui non si doveva fare nulla, solo guardare l’orizzonte», scherza Ferraris.
«In piccolo», conclude il direttore che guidò i lavori dell’Art Park, «abbiamo fatto la storia, almeno quella dell’arte. Tra le vigne del Piemonte non esisteva un luogo tanto rivoluzionario».
VENT’ANNI IN CONTINUA TRASFORMAZIONE
Per una cronologia dell’Art Park La Court
2003
Inaugurazione dell’Art Park La Court e personale di Emanuele Luzzati. Mostre temporanee degli artisti del parco.
2004 (– 2010)
Nascono le «serate a tema», aperture straordinarie dell’Art Park La Court con musica, degustazioni, talk e ospiti illustri dal mondo dell’arte, dello sport e della cultura.
2004
La Biennale di Venezia assegna all’Art Park con 3° Premio BICA, Biennale di Comunicazione Ambientale nell’ambito Impresa e Cultura.
2005
L’Art Park La Court riceve il premio dell’Osservatorio del Paesaggio: «Interventi progettuali di qualità nell’Astigiano e nel Monferrato»
2007
Inaugurazione dell’Archivio Multimediale Permanente dedicato ai Piemontesi eccellenti. L’archivio è ospitato all’interno della Cascina Castello.
2009
Pop in vigna, personale di Ugo Nespolo.
2012
Humor in vigna, mostra di vignette di Emilio Giannelli.
2013
L’Art Park festeggia i dieci anni dall’inaugurazione. Viene installata la Porta sulle colline, opera di Ugo Nespolo, che firma anche l’etichetta del Nizza Riserva La Court Vigna Veja.
2014
L’Art Park La Court è inserito all’interno del paesaggio Unesco durante il riconoscimento di Langhe Roero e Monferrato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
2015
Mega art in vigna. L’Art Park accoglie «Madre Natura» la statua gigante di Emanuele Luzzati; la panchina gigante di Chris Bangle e il pannello dedicato a Umberto Eco di Giancarlo Ferraris.
2016
Viene creata La Court Audioguide, App scaricabile su smartphone per poter visitare il parco in completa autonomia.
2022
Il parco accoglie l’opera «Il paesaggio come patrimonio culturale identitario» creata dai ragazzi delle scuole medie di Nizza Monferrato guidati dall’artista Elena Franco.
2023
L’Art Park celebra 20 anni di arte fra i vigneti.