Coltivare un territorio non significa sfruttarlo, ma custodirne la vitalità. Non solo attraverso pratiche di agricoltura sostenibile, ma atti concreti a tutela di un territorio che è patrimonio e bene comune.
Michele Chiarlo ha scelto un approccio sostenibile integrale, un’attenzione all’ambiente e al contesto produttivo che si riverbera in ogni scelta della cantina al fine di tutelare un paesaggio che è alla base stessa della qualità dei propri vini. Abbiamo messo a punto e stiamo implementando azioni e pratiche virtuose, per migliorare la sostenibilità di tutta la filiera e accrescere la sensibilità del consumatore finale, prendendoci cura del paesaggio come bene comune.
Dalla gestione dei vigneti alla cantina, dall’attenzione ai materiali impiegati alle energie rinnovabili, il nostro obbiettivo è la leggerezza: una Galassia Chiarlo sostenibile e monitorabile, il cui impatto ambientale, dalla vite al tavolo del consumatore, venga gradatamente e costantemente ridotto a favore di un’espressine sempre più autentica e in equilibrio con la natura.
VIVA è il progetto per la sostenibilità della vitivinicultura che raggruppa alcune delle cantine più importanti d’Italia. Michele Chiarlo, a partire dal 2011, è stata tra le prime cantine ad aderire al programma, già nella fase pilota. Obbiettivo di VIVA è quello di monitorare e valutare l’intera filiera produttiva, al fine di individuare e sviluppare strumenti per un modello di cantina a basso impatto, non solo in termini di pratiche agricole, ma di contesto produttivo globale, territoriale e comunitario.
Dalla vendemmia 2010 il nostro Barolo Cerequio è stato certificato come VIVA Sustainable Wine. Dal 2016, saranno certificati VIVA tutti i Grandi Cru di Michele Chiarlo.
Il protocollo VIVA prevede:
Per valutare la sostenibilità aziendale, VIVA si avvale di indicatori sviluppati sulla base di principi e norme internazionali.
ARIA
Valuta l’emissione di CO2 lungo il ciclo vita di ciascun prodotto e il totale delle emissioni climalteranti della cantina al fine di diminuire l’impronta carbonica lungo tutta la filiera.
ACQUA
L’impronta idrica esprime il volume totale di acqua dolce consumata dalla cantina nella sua totalità e l’impatto sul ciclo idrogeologico per combattere sprechi e inquinamento.
VIGNETO
L’indicatore prende in considerazione le pratiche di gestione agronomica e l’impatto sull’ecosistema. Analizza inoltre gli aspetti legati alla gestione del suolo e alla fertilità e all’utilizzo di agrofarmaci.
TERRITORIO
Indicatore creato per considerare, nella valutazione di sostenibilità, il paesaggio inteso come interrelazione tra natura e uomo, valutando, attraverso misurazioni qualitative e quantitativi la ricaduta sul territorio delle azioni intraprese dalla cantina.
La misura oggettiva degli indicatori consente all’azienda di intraprendere un percorso virtuoso misurabile ed al consumatore di verificare i progressi in campo ambientale, etico e socioeconomico. La trasparenza del protocollo avviene grazie alla certificazione biennale di un ente terzo e l’applicazione dei un QR code in etichetta collegato alla verifica dei risultati raggiunti.
Il vigneto è l’origine della qualità di Michele Chiarlo. Per preservarne la sostenibilità, la nostra cantina ha sviluppato pratiche agronomiche volte alla tutela della biodiversità, della fertilità dei suoli e della qualità del prodotto finale.
Ridurre il peso del vetro per ridurre le emissioni di CO2. Il peso della bottiglia non incide in alcun modo sulla qualità del vino, ma aumenta considerevolmente sull’impronta ambientale di una cantina. Michele Chiarlo ha deciso di adottare vetri leggeri permettendo di ottimizzare di ottimizzare i trasporti, soprattutto a lungo raggio, e ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra.
Riciclabile e riutilizzabile, a basso impatto ambientale, leggero: il cartone garantisce la massima protezione del prodotto al pari della tradizionale cassa in legno, ma permette un risparmio considerevole di risorse. Più pratico da movimentare e trasportare, Michele Chiarlo ha scelto di confezionare i vini con un packaging innovativo, segno di un di un nuovo modo di intendere e progettare la filiera vitivinicola.
Dal 2016 le strutture produttive di Michele Chiarlo sono state sottoposte ad un profondo restyling in chiave green. La facciata delle cantine è stata ricoperta da un manto verde per migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio e diminuire l’impatto paesaggistico. I giardini verticali purificano e filtrano l’aria attraverso la fotosintesi, proteggono le strutture dal sole e dalla pioggia, allungando la vita media dell’edificio e favorendo lo sviluppo delle biodiversità. La nuova copertura, crea un filtro naturale tra interno ed esterno che riduce i costi energetici e le emissioni complessive degli impianti.
Nella nostra cantina, l’innovazione è di casa, non solo in campo vitivinicolo. A Palás Cerequio, Michele Chiarlo ha installato una stazione di ricarica gratuita della rete Tesla, la casa automobilistica americana da anni impegnata nella produzione di mezzi di trasporto elettrici e sostenibili. Si tratta della prima stazione Tesla Destination Charging di Langhe Roero e Monferrato: con poche ore di ricarica potrà fornire centinaia di chilometri di autonomia. Sempre a Palás Cerequio, per gli ospiti, sono disponibili E-Bike elettriche e pedalata assistita.
La sostenibilità è bellezza. Michele Chiarlo ha scelto di valorizzare i suoi vigneti attraverso azioni volte a ridimensionare gli interventi dell’uomo sul paesaggio. All’interno della Tenuta La Court abbiamo interrato a nostre spese i tralicci elettrici e sostituito i pali in cemento con quelli in legno: un atto d’amore e di profondo rispetto per il cuore della nostra produzione di Barbera d’Asti. In tutti gli altri appezzamenti, è in atto un progressivo abbandono del cemento in favore di palizzate in acciaio corten, che riducono l’impatto visivo e contribuiscono a tutelare l’orizzonte estetico delle colline Patrimonio dell’Umanità.