Mariano Mulazzani, Palás Cerequio upgrade 2023

Mariano Mulazzani, Palás Cerequio upgrade 2023

Il designer che ha dato vita al recupero di Palás Cerequio racconta la sua esperienza e i nuovi progetti in cantiere: passato e futuro si incontrano in un gioco di luci e trasparenze.

Progettista, scenografo, light designer. Classe 1964, originario di Rimini, Mariano Mulazzani è un “artista dello spazio” specializzato nella composizione armonica degli elementi che fanno parte del contesto su cui lavora. Una personalità eclettica e dinamica che lo ha portato a lavorare nella progettazione di edifici a destinazione residenziale, commerciale e turistico-ricettivo. Ma anche a specializzarsi nel design industriale, nel settore illuminotecnico e nell’allestimento di grandi stand fieristici ed eventi internazionali.
Per Michele Chiarlo, Mulazzani è il progettista del recupero architettonico di Palás Cerequio, il «tempio del Barolo»: resort di charme immerso fra uno dei vigneti più spettacolari del «Re del vino». Il recupero dell’antica borgata di origini settecentesche è un luminoso esempio del suo lavoro: passato e contemporaneo convivono in forme dialettiche e armoniche, inserendosi perfettamente nel paesaggio circostante.

Oggi, il progettista di Rimini è chiamato ad una nuova sfida: ampliare la zona ristorante di Palás Cerequio attraverso la creazione di un bistrot collegato a una terrazza e, al contempo, ricavare alcuni spazi per due nuove suite e un’area spa.

Mariano Mulazzani, che cosa significa per lei essere “progettista”?

Significa avere un approccio non convenzionale agli spazi su cui lavoro utilizzando una forma di pensiero che abbraccia più discipline. La mia formazione spazia dal design industriale alla progettazione architettonica, dal light design all’allestimento fieristico. Concepisco lo spazio in maniera scenografica, non puramente architettonica, in cui ogni elemento dialoga con gli altri per creare una dimensione estetica integrale e appagante.

Lei si è definito un «progettista di ombre».

Uso la luce come un mattone da costruzione, un materiale capace di plasmare gli ambienti. Quando lavoravo per Viabizzuno (una delle aziende di light design più innovative d’Italia n.d.r.) ero inserito nel contesto dell’ufficio denominato Upo «Ufficio Progettazione Ombre». L’ombra è la forma plastica della luce ed esprime il modo in cui essa disegna gli ambienti.

Come ha lavorato su Palás Cerequio?

In un certo senso, il lavoro sul Palás mi ha permesso di applicare tutte le mie conoscenze e competenze in un unico progetto architettonico nel totale rispetto delle richieste della committenza . C’è la parte antica del fabbricato, quella padronale, che è stata recuperata secondo le forme del barocco piemontese. Ma c’è anche una zona più contemporanea, recuperata dal fienile, dove abbiamo potuto sperimentare. In accordo con Michele Chiarlo, Palás è diventato il luogo dove passato e futuro si incontrano e si confrontano cercando il perfetto punto di equilibrio.

Che rapporto si è instaurato con il paesaggio vitato di Cerequio?

Fin dal mio primo sopralluogo ho capito che le vigne avrebbero giocato un ruolo fondamentale per il progetto. Ho percepito di essere in una zona di importanza capitale per il territorio e che avremmo avuto gli occhi puntati addosso. Ho perciò agito con assoluto rispetto dell’esistente mantenendo i volumi originali delle strutture. Grandi spazi aperti e vetrate hanno creato trasparenze che dialogano con il paesaggio e permettono alle vigne di “penetrare” all’interno dell’edificio. Massima importanza è stata data ai materiali, recuperati da quelli tradizionali: legno, vetro, ferro. Anche le malte cementizie utilizzate nelle facciate sono state lasciate “nude” ovvero non colorate per rispettare la loro tinta originale.

È in cantiere una nuova zona del Palás?

Insieme a Chiarlo vogliamo creare una nuova area su più livelli che avrà lo scopo di valorizzare l’offerta ricettiva, quella della ristorazione e del benessere. L’area della piscina verrà ampliata e ci saranno due nuovi livelli. Il primo, seminterrato, verrà dedicato ai locali di servizio e – in un prossimo futuro – ospiterà una nuova area SPA. Nel secondo livello nasceranno due nuove suites che guardano verso valle. Si tratta di due ampi locali, intimi e raccolti, due gioielli di ospitalità dalle grandi metrature e un affaccio spettacolare sui vigneti. Lo stesso panorama di cui godrà la nuova area ristorazione, un bistrot di circa 50 m2 con annessa cucina. Dal bistrot sarà possibile scendere alla spa o salire verso un nuovo terrazzo con area bar e dehors: questo sarà un luogo speciale, dove vigne e cielo si incontreranno in uno spettacolare gioco di rimandi.